Pensieri di "fede"
Ho pensato molto se scrivere o meno queste parole, soprattutto per la paura di incappare in un qualche argomento delicato o addirittura 'blasfemo', urtando così la sensibilità di coloro che leggereanno. Ma ho deciso di mettere nero su bianco questi miei pensieri soprattutto perchè a volte escono da soli, come l'acqua che trabocca da un bicchiere troppo pieno, e anche perchè come mi capita molto spesso mi hanno fatto pensare a mia madre...
Ieri, approfittando della prima domenica del mese con musei gratuiti in Campania, volevo andare a visitare gli scavi di Pompei: parlo al passato perchè a mia insaputa sono arrivata troppo tardi per l'inizio dell'ultimo ingresso e quindi niente scavi 😆. Trovandomi lì, perchè non andare a visitare il Santuario della Vergine del Rosario, noto per il suo campanile e la maestosità della struttura stessa. La Chiesa era già gramita di fedeli e visitatori, e per non dare troppo fastidio al silenzio caratteristico che si ricrea inevitabilmente in luoghi del genere, ho deviato quasi subito la mia visita alle stanze adiacenti, imbattendomi nelle sale che ospitano, oltre gli uffici e i confessionali, pareti adorne di cornici con foto, testi e altri oggetti donati in offerta alla Madonna.
Dal primo momento ho capito dove mi trovassi e il significato di quelle pareti: inevitabilmente un velo di tristezza e nostalgia mi si è poggiato addosso.
Ero nelle stanze e nei corridoi degli ex voto, ovvero oggetti che i fedeli offrono 'per grazia ricevuta'. Poichè non ero a conoscenza dei significati e delle motivazioni di tali doni, ho deciso di documentarmi scoprendo che c'è un mondo dietro le testimonianze inequivocabili della bontà della Madre e della riconoscenza dei figli.
Tra gli oggetti presenti vi erano trecce di capelli e chiome recise donate dalle donne nonchè alcune lamine d'argento raffiguranti parti anatomiche: ho scoperto che queste ultime rappresentavano proprio la parte del corpo guarita; tutto accompagnato spesso da una lettera o una fotografia di coloro che avevano ricevuto la grazia. Alcune mi sono sembrate banali (ma ciò che lo è per me non lo è per altri), forse perchè credo molto nei progressi della medicina: ma la diatriba scienza/fede risulta molto accesa ancora oggi per cui preferisco non addentrarmi in tali discorsi perchè non saprei come uscirne 😆.
Tutto questo mi ha portato ad interrogarmi su me stessa, sulla mia fede e sulle mie credenze; ho constatato che tante persone soffrono o hanno sofferto e che molto spesso tale sofferenza comporta l'affidarsi fortemente alla propria fede per trovare il conforto di cui si necessita.
Personalmente non sono quasi mai riuscita a fare lo stesso; ho preferito trovare il mio aiuto nelle parole e negli abbracci delle persone che amo. Non saprei valutare se è stato più un bene che un male, ma forse bisogna avvertire dentro di sè cosa sia più giusto fare.
La sensazione che avvertivo mentre mi aggiravo per quei corridoi, attraversati da pellegrini intenti a cercare posto nella basilica per la prossima messa o il prete per una urgente confessione, è stata di forte nostalgia e leggera rabbia. La vita mi ha portato via una cosa tanto preziosa e ricordavo perciò quando anche mia madre, nella disperazione della sua malattia, si è affidata a queste donazioni per ricevere conforto e aiuto, ma invano. La domanda mi è sorta spontanea: perchè agli altri si e a mia madre no?
E' ovvio che ieri, ma anche negli anni, mi sia posta la domanda sbagliata, e che a parlare è stata la mia parte più impulsiva. Ogni giorno c'è gente che soffre o ha sofferto come mia madre e che ha avuto il suo stesso tragico destino, ma non per questo ha abbandonato le proprie fedi e credo abbiano fatto bene, perchè anche se in minima parte si saranno sentite meglio tenendo accesa la speranza.
Nel mio egoismo, quando mia madre riceveva doni religiosi o lei stessa faceva donazioni, partivo subito con un sermone e piccoli rimproveri che terminavano tutti con la domanda 'ma perchè? devi morire?'.
E' stata subito chiara la mia non accettazione.
Insomma, ieri quando sono uscita nuovamente all'aria aperta, ho respirato profondamente e sono rimasta assente e con i miei pensieri per un bel po', destando la preoccupazione di chi era con me. Da un lato i ricordi sono sempre pesanti da digerire, dall'altro mi sono ripromessa di affidarmi maggiormente alla mia 'poca' fede per cercare aiuto: so che forse commetto peccato a dire questo e che dovrei ringraziare per svegliarmi in salute ogni giorno (lo faccio e ci lavoro su quotidianamente), ma purtroppo sono ancora molto arrabbiata.
Devo cercare di pensare di meno al destino che ognuno di noi ha e di più al fatto che l'avere fede e il credere nell'esistenza di una vita ultraterrena giustifica invece il mio sentire mia madre così vicina, tanto da sognarla spesso come mi è accaduto proprio stanotte. E' un caso? Io non credo...
E voi, vi affidate di più alla fede o al destino???
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